Senza entrare nei dettagli dei fattori di marketing editoriale che conferiscono a un libro una certa immagine e una certa identità, si possono distinguere due tipologie di libri di racconti: quelli di carattere antologico e quelli invece i cui testi presentano un tessuto o membrana che li tiene legati insieme.
Probabilmente il nodo più difficile da sciogliere, per uno scrittore, nel pensare un libro di racconti, è la ripetizione: ci sono libri di racconti di grande qualità i cui testi sembrano riprodurre ossessivamente lo stesso disegno, in cui al lettore pare di leggere ogni volta lo stesso racconto è il caso di Io odio Quanti ci sono gocce Colm da alcolismo nel 2016 Updike di Giordano Tedoldi.
E ci sono invece libri di racconti che riescono a sciogliere questo nodo. Tra i casi più felici si possono annoverare, tra i classici, Un medico di campagna di Franz Kafka le circostanze di composizione di questo libro hanno del miracoloso, considerato il brevissimo periodo di composizione e revisioneFinzioni di Jorge Luis Borges e La mostra delle atrocità di James Graham Ballard. Quali cattedrali? Il paesaggio è piatto. Le città, le case, i bar, i ristoranti, si somigliano tutti. Economie agricole, piccole industrie, le segherie.
Lontana anni luce dai luccichii dei grattacieli di New York e dai bagliori del cinema di Hollywood. Luoghi dove si tirano avanti ogni giorno vite stiracchiate e modeste. Vite grigie, inconcludenti. Ma il più delle volte portate avanti con accanimento, con grande tenacia, nonostante tutto. Il mondo che raccontano è quello da cui Carver stesso proviene.
Gente che vive aggrappandosi spesso solo ad un filo tenue, esilissimo di speranza. Che gli ha dato modo di continua Era la sua tecnica di grande scrittore di racconti. Un principio, questo, che pare aderire perfettamente allo stile di scrittura di Carver.
Alcuni suoi racconti sono particolarmente indicativi in questo senso. Riuscivo a vedere ogni più piccola cosa è un racconto di fantasmi. Si svolge di notte. Di sottile inquietudine. Va in cucina. Beve del tè, fuma qualche sigaretta. Poi decide di uscire a chiudere il cancello. Fantasma nella notte. Incontra il vicino che, al di là della staccionata divisoria, dà la caccia alle lumache che gli stanno invadendo il giardino.
Un altro fantasma. Nella quiete irreale della notte i due si parlano smuovendo ancora nuovi fantasmi. Quelli che si agitano inquieti in fondo alle loro anime. Spettri subdoli che rosicchiano le coscienze, che creano disagi, che quanti ci sono gocce Colm da alcolismo nel 2016 insinuare inquietudini. E poi la prima moglie del Alla fine il vicino manda i saluti al marito della donna. Dice che gli farebbe piacere parlargli, bere qualcosa insieme.
Il valore delle relazioni, la vanità dei contrasti, la futilità di certe prese di posizione. È come se una grande solitudine avvolgesse ogni cosa in questo racconto. Certi fantasmi la notte mostrano il loro volto triste e malinconico. A volte insostenibile. E mentre il vicino continua la sua caccia alle lumache, la donna torna a letto cercando di dormire. In attesa che, anche questa notte, passi. Come se non ci fossero parole per dirlo. O, almeno, parole sufficienti che non suonino false o ridondanti.
È una circostanza casuale, il ritorno in quella città, che muove il ricordo, che dà vita alle ombre della memoria, in maniera quasi involontaria. Un piccolo scarto del tempo, quasi una dissonanza narrativa. Egli, più che ascoltarla con interesse, la subisce suo malgrado. Ma spietato e irremovibile nel portare a compimento la sua missione.
La sua ineluttabile predestinazione ad una condanna di sapore kafkiano. Entrambi usano, seppur con differenti modalità, le categorie letterarie del surreale e del grottesco. Kafka con le sue splendide evoluzioni, metaforicamente fantastiche. Lavorando di precisione su un linguaggio ordinario, per certi versi sommesso, perfettamente sintonizzato con la temperie emotiva degli ambienti e dei personaggi che racconta.
Una peculiare arte della scrittura, che trova alcune delle sue espressioni più compiute in quei finali tronchi, aperti, improvvisi.
Spesso inspiegabili e inquietanti, che lasciano smarrito il lettore. Il quale, proditoriamente, gli impedisce anche di vedere la lettera appena recapitata dal postino, e tanto attesa dal protagonista in quanto, si intuisce, decisiva per il suo futuro. Semplicemente la raccoglie, la piega e se la mette in tasca. Come fossero brandelli, tracce infinitesimali, di vita che si dissolve.
Il racconto, infatti, narra di visioni interiori. E si chiude con una Il modo di vedere dei ciechi. Forse più profondo. Più reale della presunta evidenza, spesso ingannatrice, della vista. In Cattedrale è racchiuso il percorso che porta verso questa apertura del proprio spazio interiore.
Attraverso il progressivo superamento di perplessità e ritrosie. Una rivelazione, appunto. In questo procedimento, in questo racconto, si concentra, forse, il senso di tutto il lavoro letterario di Raymond Carver. Rileggere la realtà, che si credeva di conoscere, con occhi diversi.
Percepirne la sua alterità proprio nel momento in cui la sua rappresentazione sembra più realistica, più aderente al vero. Anche di quella in apparenza più insignificante.
Ecco la rivelazione. Il suo scegliere di vedere ad occhi chiusi. Per sfuggire al caos inestricabile e fuorviante del visibile. Ancora una volta, come era per il venditore di aspirapolveri, Questo cieco è un uomo del destino? Animata da figure che si muovono in vuoti assoluti. Quei vuoti interiori dentro i quali si giocano il loro destino esistenziale.
Ma al contrario di questi che esprimono in maniera più evidente, e forse consapevole, la grottesca o ridicola tragedia di cui sono protagonisti, i personaggi di Carver restano sempre come sospesi, inconsapevolmente in attesa, attoniti, smarriti nelle loro stesse esistenze.
E che gli ha regalato uno sguardo diverso, una visione nuova. Kafka, La metamorfosi e altri racconti, Garzanti, un medico deve recarsi, nel cuore della notte, da un malato in un villaggio vicino. Nevica, i suoi cavalli sono morti. È sul quanti ci sono gocce Colm da alcolismo nel 2016 di usare dei maiali per tirare il carro, quando si presenta uno stalliere e gli offre due cavalli. La durata del viaggio è sorprendentemente breve. Accolto nella sala del malato, il medico non vede alcun segno patologico sul suo corpo.
Il medico viene preso di forza, spogliato e messo di fianco al malato. È solo un medico, solo un medico! Invece i cavalli sono lentissimi, di questo passo non arriverà più a casa. È mai possibile che accada tutto questo?
Storia visibile e storia segreta Ricardo Piglia, in Tesi sul racconto, risponde a questa domanda utilizzando il dualismo tra storia visibile e storia segreta. Questi passaggi, in cui Kafka sembra contraddirsi o distrarsi, sono le chiavi per decifrare la dimensione in cui ci troviamo. Essi indicano che il dualismo segreto-evidenza, sviluppato in maniera illuminante da Piglia nei casi di Borges e Hemingway, qui non quanti ci sono gocce Colm da alcolismo nel 2016 ad applicarsi.
Siamo in una dimensione in cui la figura della soluzione, dello scioglimento, diviene secondaria — se non proprio un errore o una forzatura; in cui le figure del segreto e del mistero questa oscillazione e convivenza simultanea di probabili perdono il loro riferimento oppositivo e divengono la natura stessa delle cose. Les revenants In un articolo recente, Giuseppe Genna ha scritto del carattere kafkiano di una serie televisiva francese quanti ci sono gocce Colm da alcolismo nel 2016 cui seconda stagione è terminata da poco, Les revenants.
In un villaggio di montagna, una ragazzina, morta in un incidente stradale insieme ad altri colleghi durante una gita scolastica, ritorna dalla sua famiglia. I personaggi si chiedono, in modo incidentale, come sia possibile tutto questo — sono quanti ci sono gocce Colm da alcolismo nel 2016, disperati, accecati. I fattori che hanno contribuito a una tale profetica precisione sono, per un verso, del tutto accidentali: riguardano i ritardi nel completamento della costruzione della nuova British Library a St.
Come infatti è avvenuto. E non erano in pochi ad attenderlo, nella round reading room del British Museum, alle 14 e 10 del 3 giugno Pubblicato nel su The Century Magazine, e successivamente incluso nella raccolta Seven MenEnoch Soames tratta di sfrenata ambizione letteraria; delle tragiche conseguenze di una vanità che si fa a tal punto struggimento di eterna grandezza da condurre al sacrificio estremo. Quindi rielabora il patto faustiano in funzione di un tornaconto post mortem.
É raccontato in prima persona dallo stesso Beerbohm, qui autore e personaggio al contempo, in forma di memoria autobiografica. Apparentemente immune dal senso di ridicolo che lo accompagna, costui è in realtà divorato dalla frustrazione di non vedere il valore dei propri versi riconosciuto dai contemporanei.
Dieci minuti dopo le due del pomeriggio del 3 giugnodunque, Enoch Soames sparisce dal ristorante francese di Soho in cui si trova in compagnia quanti ci sono gocce Colm da alcolismo nel 2016 Beerbohm, del Maligno e della sua patetica presunzione.
Se non un unico riferimento, a pagina del volume Letteratura inglese di T.